Il Luttor

 Significato


Ho scritto quando non conoscevo la vita. Ora che so il senso della vita, non ho più niente da scrivere.

La vita non può essere scritta: la vita può essere soltanto vissuta.
(Oscar Wilde)


Non esiste una qualunque civiltà o religione in cui manchi il culto dei defunti.

La vita come momento di esistenza terrena ha come fine la traccia della nostra esistenza nei nostri cari ai quali lasciare non beni materiali ma momenti di felicità da conservare gelosamente e ricordare nei momenti di tristezza, quando saremo tornati nelle braccia del Padre.

Da tempi immemorabili l’uomo si è sempre preso cura dei propri defunti: già in epoca preistorica infatti la parte terminale della caverna veniva adibita alla sepoltura dei familiari che venivano a mancare.

 

Il senso della morte

 Cosa succede di noi dopo la morte? O meglio non proprio di noi, ma dei nostri corpi. Quando si è trovato di fronte alla spoglia mortale, l'uomo ha dovuto fare i conti con la morte e con nuovo stato, passaggio di vita da affrontare in qualche modo. Non sarebbe in alcun modo possibile qui trattare le infinite ragioni culturali, di culto, simboliche e quant'altro che forniscono giustificazione ai rituali funebri.

Non si ha alcuna pretesa di essere esaustivi, si capisce bene che non sarebbe possibile andare a indagare tutti questi argomenti, perciò si osserverà solo e soltanto il destino dei corpi quando sono definitivamente inerti, passando in rassegna le usanze di alcune civiltà antiche per rapportarsi alla morte nel suo aspetto concreto.

Diverse sono le motivazioni culturali che giustificano le diverse liturgie. Se da alcuni (i cristiani per esempio) la morte è concepita come necessario preludio alla resurrezione e alla gloria dei cieli, presso altre civiltà è un stato di perpetua tristezza e per altri ancora significa rituffarsi nel ciclo eterno delle rinascite.


I riti funebri servono contemporaneamente a mantenere un'unione tra i vivi e i defunti e ad attestarne l'inevitabile separazione. La persona morta non c'è più, ma allo stesso tempo continua a occupare un posto nell'esistenza dei vivi.

A seconda della concezione di ciò che accade dopo la morte, la scomparsa di un individuo assume un significato differente di religione in religione: per un cristiano, un musulmano e un ebreo la morte implica l'abbandono definitivo della vita terrena per ricongiungere l'anima a Dio, mentre per un induista, un buddhista, un giainista o un sikh significa rituffarsi nel ciclo eterno delle rinascite.


In generale, però, le cerimonie che commemorano la persona morta, svolgono alcune funzioni spirituali di grande importanza, tra cui dare supporto psicologico ai parenti e agli amici nell'elaborazione del lutto, accompagnare il defunto nel suo viaggio nell'aldilà, aiutare l'anima del morto per favorirne una buona reincarnazione (nelle religioni che credono nella trasmigrazione delle anime), conferire lo statuto di antenato alla persona deceduta (nelle religioni che praticano il culto degli antenati), rafforzare il sentimento di un destino comune a tutti i membri della comunità, fornire l'occasione per ribadire solennemente i princìpi di fondo della data tradizione religiosa.